giovedì 14 maggio 2009

L’OSPEDALE

Un po’ di storia - Le sue origini risalgono al 1339 grazie ad un lascito del Card. Pietro Colonna, come ricorda l’iscrizione in caratteri semigotici posta nel cortile: "hoc hospitali ad laudem Dei et sub vocabuli Beati Iacobi pro animam R.mi p(a)tris et Dni. Dni. Petri de Columna Sci. Angeli quondam dyaconi cardinalis fundatum fuit". Con questo titolo volle tramandare la memoria dello zio Cardinale Giacomo.
A quel tempo il sito era lontano dall’abitato, tra orti e vigne. All’ingresso in città dei Pellegrini e viaggiatori attraverso la Porta del Popolo, e nelle vicinanze del Porto di Ripetta per chi giungeva via fiume Tevere. Il 19 luglio 1515 Papa Leone X con la Bolla Salvatoris Nostri lo promosse "Arcispedale", dandogli anche il nome dei "Poveri Incurabili". Accoglieva malati con qualunque malattia, eccetto peste e lebbra.
Una istantanea dell’Ospedale alla fine del Cinquecento ce la dà questo passo di un manoscritto dell’anno 1592 conservato presso la Biblioteca Nazionale di Roma:
"L’hospitale di S. Jacomo riceve solamente malfranciosati, piagati ed altri simili d’infermità incurabile. Ha due corridoi dove ordinariamente stanno tutti l’infermi: uno per gli homini et l’altro per le donne, che vi è fra mezzo solamente il muro che li divide per largo. Quello degli homini è lungo passi 95, largo 14, dove stanno 72 letti, 36 per banda, di lunghezza di due braccia et un quarto, et di larghezza un braccio et tre quarti.
Questi letti ordinariamente stanno sempre pieni, si bene adesso ve ne sono sei et otto vuoti. Quando poi sono più infermi, si fanno più fila davanti a quelli. Quello delle donne è lungo passi 45 et largo 14, ove sono letti 36, 18 per banda, della medesima misura di quelle (file) degli homini, le quali sono tutte piene ordinariamente. Et quando vi sono più inferme, medesimamente si fanno nuove file…"" (Tony Corti, I Valtellinesi nella Roma del Seicento, Edizione a cura della Provincia di Sondrio e della Banca popolare di Sondrio, p. 214ss).

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